Pur essendo spesso associato a piatti della tradizione messicana o asiatica, il coriandolo è originario del Mediterraneo: è citato nella Bibbia e appare come ingrediente di molte ricette dell'Antica Roma.
Di questa pianta si utilizzano le foglie, preferibilmente fresche, e i semi essiccati e ridotti in polvere. Il suo sapore pungente ricorda gli agrumi, e è utilizzato in ricette di carne e salse arabe e messicane e in chutney indiani.
I semi sono ottimi ingredienti di miscele per tisane.
Coltivare il coriandolo
La coltivazione in Italia non presenta difficoltà, la pianta può essere seminata in qualunque periodo dell'anno per la raccolta delle foglie, o in primavera per portare la pianta a seme.
Seminare a temperature superiori a 15°-20°, profondità 1,5-2 cm, in coltura protetta o a dimora in file distanti 50 cm, (la pianta adulta avrà un diametro di circa 20 cm).
Germina in 7-10 giorni, curiosamente ogni seme sferico è in realtà costituito da due semi, e da esso nascono due germogli.
Non appena la pianta cresce è possibile raccogliere le foglie per uso culinario. Le foglie possono essere essiccate o surgelate, ma è sempre preferibile consumarle fresche.
In tarda estate noterete che la pianta crescerà in altezza, per creare graziose infiorescenze dalla caratteristica forma a ombrello.
Le foglie cambieranno forma e non è consigliabile raccoglierle ancora.
Lasciate indisturbate le piante di cui volete raccogliere i semi.
Quando il fogliame tende al giallo è il momento di raccogliere i semi: tagliare estirpando la pianta e essiccare in mazzetti per alcuni giorni, quindi battere per ottenere i semi. Tenere da parte i semi più grossi per la semina dell’anno prossimo.
Il coriandolo può essere coltivato in vaso.
Preferisce esposizioni soleggiate e suolo non troppo umido.